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Bastone con mano che impugna il bastone. "bastone inglese della ditta Howell London, primi '900,

rappresenta una mano in bronzo che impugna il fusto in ebano ,il bottone del polsino in avorio mostra il logo della ditta"

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Impugnatura in avorio scolpito (cm 14,5) rappresentante una musa in piedi su un capitello e sostenente una lira. Tipica raffigurazione neoclassica. La lavorazione è particolarmente raffinata. Collare in metallo; fusto in ebano lavorato a torchon.

Lunghezza cm 96. Manifattura italiana (?). Periodo 1700/primi ‘800.

Note: bastone di particolare qualità e pregio; ottima la patina dell’avorio; l’asta al centro ha un piccolo danneggiamento riparato.

Proviene dalla collezione del Prof. Giorgio Levi (rivista KALOS, n° 3 del 1971, Ed. Gorlich)

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Piccola impugnatura in cristallo di rocca (h cm 6,5) completamente intagliata a forma di una civetta con occhi di rubini incastonati in oro, seduta su una base lucidata a specchio. Asta di ebano nero (lunghezza cm 89) con puntale in ottone. Il passaggio tra l’impugnatura e l’asta è costituito da un collare in oro massiccio, inciso con il monogramma “MG”. Preziosa lavorazione viennese, del periodo intorno al 1890. Qualità ed esecuzione superlativa

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Bastone monossile in bosso la cui impugnatura raffigura Ercole (Eracle). Asta con fogliame. Lungo puntale in ferro. Lunghezza cm 102. Italia. 1700.

Note: Rappresenta la prima delle dodici fatiche di Ercole, che fu quella di uccidere un leone che terrorizzava il territorio intorno alla città di Nemea, nell'Argolide. Il leone di Nemea o leone nemeo, un animale gigantesco, era nato vicino a questa città, figlio di Ortro ed Echidna. Questo leone, mostro dalla pelle invulnerabile in quanto non poteva essere trapassata, che devastava il paese e divorava gli abitanti e i loro armenti, si nascondeva in una grotta con due uscite dove era impossibile entrare con armi in pugno. Eracle fu mandato ad ucciderlo; dopo aver bloccato un'uscita della grotta, entrò dall'altro ingresso, gli si gettò addosso colpendolo con la clava, e lo strangolò fino a ucciderlo. Dopo aver tolto la pelle, rimase molto perplesso sul metodo per lavorarla, dato che non poteva essere bucata, ma poi, utilizzando un artiglio dello stesso leone, Eracle riuscì a tagliarla. Si rivestì della sua pelle come di una impenetrabile corazza, usandone la testa con la bocca spalancata come elmo. Questo abbigliamento accrebbe l'imponenza del suo aspetto e divenne, insieme alla grande, nodosa clava, che egli stesso si era fabbricata, la sua "divisa" nell'iconografia greca e romana.

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Pomo di Bastone. Porcellana policroma.

Manifattura Carlo Ginori a Doccia.

Epoca: 1750-55 circa.

Misure: h cm 7,5.

Condizioni: felure di cottura alla base

Il pomo è modellato in policromia a forma di testa di vecchio barbuto la cui bruttezza è accresciuta da una grossa verruca sulla guancia sinistra; a destra del viso si trova invece una maschera della giovinezza. Questo pomo è sicuramente allegorico o della bellezza che trasfigura in bruttezza o della vecchiaia e della giovinezza. Manici di bastone a forma di teste umane, anche di aspetto grottesco, erano abbastanza comuni presso la Manifattura di Doccia tra il 1750 e il 1760. Nell’inventario dei modelli viene registrato che nella seconda stanza vi si trova un buon numero di teste di terracotta che servono perr i pomi di mazza (v. K. Lankheit, 1982, p. 100). E’ probabile che alcuni di questi modelli siano stati eseguiti da Gaspero Bruschi.

Sono conosciuti almeno tre altri esemplari ma tutti in porcellana bianca (2 in collezione privata e 1 al Metropolitan di New York). Questo è apparentemente l’unico policromo conosciuto.

Crf: Morazzini, Le Porcellane Italiane, Vol. II, 1960, TAV. 243°

Catherine Dike, Guy Bezzaz, La Canne Object d’Art, pp. 252-253

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Impugnatura in avorio a “T” (cm 8) rappresentante il volto di una civetta in combinazione nella parte opposta con un teschio. Collare in argento lavorato. Asta in malacca. Puntale in avorio. Lunghezza cm 85. Manifattura tedesca. Periodo 1860 circa. 

Piccola impugnatura in cristallo di rocca (h cm 6,5) completamente intagliata a forma di una civetta con occhi di rubini incastonati in oro, seduta su una base lucidata a specchio. Asta di ebano nero (lunghezza cm 89) con puntale in ottone. Il passaggio tra l’impugnatura e l’asta è costituito da un collare in oro massiccio, inciso con il monogramma “MG”. Preziosa lavorazione viennese, del periodo intorno al 1890. Qualità ed esecuzione superlativa.

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Bastone violino, manico “opera” in mogano massiccio a forma mentoniera (cm 17,2) che svitandosi libera il corpo ed il coperchio; corpo in mogano (diametro massimo cm 4) così come il coperchio. Vi sono due anelli di chiusura in metallo (uno che fa parte della impugnatura e l’altro indipendente. La tavola armonica è in abete rosso (larghezza cm 4, lunghezza cm 46,3, lunghezza tastiera cm 27,4). Le quattro corde sono fissate ad una piastra di ottone a 4 chiavi di acciaio che permettono di accordare lo strumento. Il tasto e la cordiera sono in ebano. L’archetto, disposto nella cassa di risonanza, è originale ed è ornato d’avorio, di madreperla e di ebano. Il ponticello, che trova anch’esso collocazione nella cassa di risonanza, è in legno di balsa e reca incisa la scritta TOURTE; questo è il nome di una ditta francese che produceva strumenti musicali e che si è sviluppata dai primi del 1800 fino alla fine del secolo passato. La chiave per accordare lo strumento, fatta d’acciaio con una piccola impugnatura d’avorio, è collocata all’interno della impugnatura. Lunghezza cm 89. Manifattura francese. Periodo fine 1800.

Storia: nella metà del secolo XVIII nasce il bastone violino, apparentemente di origine russa, ma in realtà il suo autore è originario della Baviera. Si tratta di Johann Wilde, musicista e maestro di danza alla corte di San Pietroburgo. Il bastone violino ha svolto un ruolo importante, così come gli altri bastoni strumenti di musica, nella vita culturale dell’epoca romantica. Fu fabbricato soprattutto in Germania ed in Austria; ebbe una rinascita locale a Vienna alla fine del XIX secolo. L’azienda Lutz ha fabbricato questi bastoni a Vienna verso il 1880 e a Sa Pietroburgo c’è un brevetto, con il nome di Opikthin, del 1894. Bastoni simili si trovano nelle collezioni del Museo Strumentale del Conservatorio di Parigi, al Metropolitan Museum di New York, al Museo di Nizza (fondi Antoine Gautier, presentato nella esposizione “Musica borghese del XIX secolo”. E’ catalogato da Bran Ricci, Capo Conservatore del patrimonio strumentale del Conservatorio Nazionale di Parigi).